
Se anche tu vuoi condividere la tua storia e le tue immagini, scrivici!

Ebbene come promesso, siamo alla fine di questa trilogia di “Un po’ di quello e un po’ di questo, sulla SM!”. Sinceramente, non ricordo bene bene, perché avevo fatto tutta

Mi chiamo Sofia. Mia mamma si chiamava Laura. Lei aveva la sclerosi multipla (secondariamente progressiva) e a 45 anni, dopo quasi 23 anni di malattia, è morta. Io avevo 20 anni.

Sono felice di poter condividere insieme a voi la mia storia. Iniziò nel 1997. Ricovero in ospedale, dopo aver avuto molti segnali, segnali silenti ma fastidiosissimi. La mia passione era il disegno
3 risposte
Brava, posso portare la mia esperienza di appassionato di montagna e alpinista (mediocre). Ho quasi 30 anni di diagnosi (1989), nei primi due anni camminavo normalmente, successivamente sono comparsi i primi sintomi evidenti. Nonostante ciò ho fatto ascensioni di tutto rispetto sia a piedi che con gli sci da scialpinismo almeno fino a fine anni 90 (pur, lo riconosco, rischiando qualcosina ogni tanto); successivamente e molto gradualmente le forze diminuivano e i problemi di coordinazione in discesa aumentavano. Ma non ho mai smesso di andare in montagna. Ora, a quasi 30 anni dalla diagnosi riesco a fare i miei 3-400 metri di dislivello, anche di più se il terreno è agevole. Lo scialpinismo l’ho abbandonato da tempo perché troppo complicato da gestire. La montagna è stata la mia medicina, almeno altrettanto efficace che copolimeri o interferoni vari; almeno… io ne sono convinto. Continua così, senza forzare ma senza scoraggiarti se dovessi vedere che le energie non sono più quelle di un tempo: semplicemente… VAI.
Ciao Andrea… Hai detto bene, la montagna è anche per me la mia medicina. Tutto è più “leggero” in alta quota e nonostante le difficoltà, non gliela do vinta… guardo il sentiero che mi rimane da percorrere e vado avanti!
purtroppo non e cosi , malato da 16 anni camminavo scalavo anche io purtroppo la sm primariamente progressiva non mi ha dato scampo,