Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

parola d’ordine: Lentezza

Il motto è: rallentare quando possiamo, correre quando dobbiamo!

Oggi 28 febbraio 2011 ricorre la V Giornata Mondiale della Lentezza.

La prima volta che ne ho sentito parlare, circa un anno fa, mi ha incuriosito molto questa idea di dedicare addirittura una giornata in tutto il mondo (da New York al Giappone passando per l’Italia ovviamente) alla lentezza, o meglio ad uno stile di vita. Ma se l’iniziativa ha avuto un successo ed una adesione tale da arrivare alla quinta edizione, qualcosa vorrà pur dire.

 

Forse che, in questa società che ci chiede di andare alla velocità della luce per portare avanti una quantità di attività incredibile, possibilmente più attività contemporaneamente,  che addita come pigri chi non fa dell’Affanno il proprio dio, c’è qualcuno che ci ricorda che così facendo ci perdiamo qualcosa…il gusto per quello che facciamo ad esempio, la relazione con gli altri e in primo luogo con noi stessi.

Vivere con Lentezza è il contrario che essere pigri. E’ piuttosto un dare valore alle cose,m sceglierle, gustarle. Stabilire delle priorità ed essere padroni del proprio tempo, non schiavi…significa anche coltivare la curiosità, oltre che il dovere.

Personalmente posso dire che “mi piacerebbe!”;  si potrebbe cominciare a piccoli e lenti passi a modificare qualcosa…

…se volete saperne di più e avere qualche idea su come, vi suggerisco di fare un giro su http://www.vivereconlentezza.it e prendere qualche spunto dai 14 ComandaLenti.  

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“Guarda Oltre…!!!”

Mi vedi barcollare e perdere l’equilibrio, pensi che io sia ubriaco o un drogato e dentro di te dici: “guarda come cavolo è messo quello là!!!”.Mi vedi zoppicare e pensi che abbia preso una storta. Che mi accompagno con una o addirittura due stampelle e pensi che ho fatto un intervento o che ho avuto una frattura e, magari ti sono indifferente. Mi vedi su di una sedia a rotelle e pensi a chissà quale brutto incidente mi sia potuto capitare e dici: “poverino…è così giovane, che pena mi fa”.

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Avevo voglia di pedalare un pò con la Sclerosi Multipla..

Ero seduto sul divano di casa mia, fermo ad osservare i ricordi sparsi di una vita ormai passata. Chissà perché, per ogni ricordo ricadevo sempre nello stesso pensiero: “Le mie gambe”. Certo che ne hanno fatta di strada. Hanno corso, giocato, passeggiato, nuotato, marciato, scalato e ballato. Insomma hanno fatto tutto quello che c’era da fare. E adesso? Che cosa faranno adesso che: con molta fatica riescono a fare tutto quello che prima gli risultava facile fare? Sicuramente ci sarà un qualcosa da fare..!!!

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